articolo Giardinaggio Curiosità
Fico bonsai, minialbero dai frutti dolcissimi freccemercoledì 30 ottobre 2013

Il fico è un albero che ben si adatta a creare un bonsai. E’ una pianta che non ha molte esigenze, infatti è abituata a crescere in qualsiasi luogo. Non so, se ve ne siate mai accorti, ma alle volte fuoriesce anche dalle spaccature dei muri o dall’asfalto delle strade. Il numero di specie è elevato ma il fico domestico è quello più conosciuto ed è questo che utilizzeremo per il nostro bonsai. Il fico è un albero dalla corteccia liscia e ha un po’ il colore della cenere. Le foglie sono ovate con 3-5 lobi. I fiori sono racchiusi in ricettacoli carnosi a forma di pera. Compaiono ben due volte in un anno: in primavera e a fine estate… inizio autunno.

Quello che si può definire “falso frutto” ha un colore che va dal giallo-verde al nero e un sapore e una fragranza molto dolci. La moltiplicazione di questa pianta avviene di solito per innesto ma se si vuole creare un fico bonsai singolo, si utilizza una talea primaverile o una margotta fatta verso la fine di maggio. Pensando alle grandi foglie, sembra impossibile poter realizzare una miniatura. In realtà la cosa è fattibile e anche in modo abbastanza facile. il fico infatti, reagisce molto bene in vaso e in circa tre - quattro anni si possono ottenere dei buoni frutti. Per questo però, c’è bisogno che la pianta provenga da una margotta.

Quando si andrà a sistemare la margotta nel vaso, si praticherà in essa una potatura piuttosto drastica. Il terreno dovrà essere ricco per permettere alla ripresa vegetativa di ottenere almeno due gemme in prossimità del taglio di ogni ramo. Appena queste gemme avranno due foglie, va asportata la gemma apicale e le foglie. La pianta andrà concimata e dovrà essere rinvasata ogni primavera, per almeno tre anni sostituendo un po’ di terra con un composto più ricco. Non occorrerà potare, basterà defogliare. Per quanto riguarda il vaso, il più adatto sarebbe quello tondo. Il fico bonsai va rinvasato almeno ogni tre anni e negli anni in cui non si compie tale operazione, è utile aggiungere al terreno superficiale un po’ di humus di lombrico.

Un terriccio perfetto per questo tipo di pianta è formato da: terra di orto per un buon 40-50%, sabbia ghiaiosa, foglie di faggio e letame maturo. Parlando dei frutti, c’è da dire che è preferibile scegliere una varietà a frutti piccoli non importa se verdi o neri. Un buon accorgimento per ottenere il massimo della produzione è quello di asportare drasticamente i germogli fatti crescere in modo forzato. Da novembre a gennaio tra i 4 – 10 gradi, mentre in febbraio tra i 12 – 20 gradi di una serra. La pianta in questo modo si risveglia e ogni gemma sviluppa foglie e rami. Appena terminano le gelate invernali il fico bonsai , se necessario, può essere rinvasato e portato all’aperto, asportando prima la nuova vegetazione. In questo modo, a tarda estate, le infiorescenze saranno già completamente sviluppate.
©  RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonella  Boscaro - vedi tutti gli articoli di Antonella  Boscaro



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Achillèa (Achillea)
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Quello che si può definire “falso frutto” ha un colore che va dal giallo-verde al nero e un sapore e una fragranza molto dolci. La moltiplicazione di questa pianta avviene di solito per innesto ma se si vuole creare un fico bonsai singolo, si utilizza una talea primaverile o una margotta fatta verso la fine di maggio. Pensando alle grandi foglie, sembra impossibile poter realizzare una miniatura. In realtà la cosa è fattibile e anche in modo abbastanza facile. il fico infatti, reagisce molto bene in vaso e in circa tre - quattro anni si possono ottenere dei buoni frutti. Per questo però, c’è bisogno che la pianta provenga da una margotta.

Quando si andrà a sistemare la margotta nel vaso, si praticherà in essa una potatura piuttosto drastica. Il terreno dovrà essere ricco per permettere alla ripresa vegetativa di ottenere almeno due gemme in prossimità del taglio di ogni ramo. Appena queste gemme avranno due foglie, va asportata la gemma apicale e le foglie. La pianta andrà concimata e dovrà essere rinvasata ogni primavera, per almeno tre anni sostituendo un po’ di terra con un composto più ricco. Non occorrerà potare, basterà defogliare. Per quanto riguarda il vaso, il più adatto sarebbe quello tondo. Il fico bonsai va rinvasato almeno ogni tre anni e negli anni in cui non si compie tale operazione, è utile aggiungere al terreno superficiale un po’ di humus di lombrico.

Un terriccio perfetto per questo tipo di pianta è formato da: terra di orto per un buon 40-50%, sabbia ghiaiosa, foglie di faggio e letame maturo. Parlando dei frutti, c’è da dire che è preferibile scegliere una varietà a frutti piccoli non importa se verdi o neri. Un buon accorgimento per ottenere il massimo della produzione è quello di asportare drasticamente i germogli fatti crescere in modo forzato. Da novembre a gennaio tra i 4 – 10 gradi, mentre in febbraio tra i 12 – 20 gradi di una serra. La pianta in questo modo si risveglia e ogni gemma sviluppa foglie e rami. Appena terminano le gelate invernali il fico bonsai , se necessario, può essere rinvasato e portato all’aperto, asportando prima la nuova vegetazione. In questo modo, a tarda estate, le infiorescenze saranno già completamente sviluppate.
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